Il mistero del tedesco sepolto a Migiana

2Aspettando la Staffetta 2015. Il 22 aprile a Pesaro un’anteprima della Staffetta della Memoria, con la conferenza spettacolo “Il mistero del tedesco sepolto a Migiana” (trailer). Con Migiana (zona del Monte Tezio) non siamo esattamente sulla Linea Gotica ma nei suoi avamposti in Umbria, vicino Perugia, dove una storia misteriosa che sembrava persa, rinasce da un indizio di fiori, e dalla curiosità di riportarla alla luce per narrarla di nuovo. E come ogni storia che ritorna all’aria anche questa trascina con sé dettagli, particolari, suggestioni, mondi passati e presenti che trovano mille rivoli per continuare a parlarsi.

Il gruppo della Staffetta questa storia l’ha già raccontata e cantata in altre piazze, e la narrerà di nuovo a Pesaro all’Auditorium del Campus Scolastico il 22 aprile alle ore 11.00, ad un pubblico di studenti, in un incontro promosso dall’Anpi di Pesaro. Il 22 è anche la vigilia della partenza della quinta edizione della Staffetta della Memoria, in bicicletta sulla Linea Gotica dal 25 aprile al 1 maggio, e quindi questo incontro assume un significato particolare, diventa quasi la partenza ideale della Staffetta di quest’anno, il primo di una serie di incontri e di serate culturali che s’intrecciano con le pedalate quotidiane degli “staffettisti”.

La conferenza spettacolo fa parte, insieme alle altre due  “La storia dell’occupazione tedesca a Badia Tedalda” “Mi firmo, compagno Giulio”, del percorso di ricerca e divulgazione “Storie di fronti e di frontiere”, a cui il gruppo sta lavorando con continuità oramai da alcuni anni.  Di seguito,  riporto l’anticipazione della storia del tedesco sepolto a Migiana che tre anni fa, approfittando del racconto fatto da Andrea Meschini, ho inserito nel libro “In bicicletta lungo la Linea Gotica”.

“Siamo arrivati al passo della Futa pedalando lungo il sentiero suggerito da Luciano. Gli altri con i furgoni ci aspettavano per andare a visitare insieme il grande cimitero militare tedesco.
E’ importante fermarsi, ci si rende conto di cosa sia la guerra. Basta guardare le date di nascita e di morte dei soldati. In guerra si muore a vent’anni. E’ impressionante vederli tutti insieme in cima a questa collina. Sono più di trentamila, raccolti qui alla metà degli anni Sessanta, quasi tutti i caduti tedeschi seppelliti fino ad allora in cimiteri provvisori, vicino ai luoghi dove erano morti.
Qualche anno fa però ho scoperto, quasi per caso, la storia di un soldato tedesco che non è stato seppellito alla Futa. La racconta Marinella Saiella, un’insegnante di Perugia, nel libro “Storia di un nemico diverso” (Morlacchi editore).
E’ già curioso il modo in cui ha scoperto la storia, circa quindici anni fa. Passeggiava una domenica a Monte Tezio, alla periferia di Perugia, in una piccola frazione di montagna, Migiana, dove ci sono alcune case non abitate e un cimitero abbandonato. Lei nota una tomba curata e con i fiori freschi. Perché? Chi visita quella tomba con un nome tedesco sulla lapide? Così inizia a indagare e pian piano riesce a ricostruire tutta la storia. Dall’arrivo di quel tenente in paese, ai suoi rapporti con i contadini, a quando salva una bambina dalle angherie di alcuni suoi soldati, scrivendo nel suo diario di come la sua vita quel giorno sia cambiata, alla scelta di fermarsi quando il suo esercito si ritira, perché oramai si sente compartecipe dell’Italia e il suo desiderio, quando morirà, è di essere seppellito in territorio italiano. Così, quando il governo tedesco chiede alla madre il permesso per trasferire la sua salma al cimitero della Futa, lei risponde di no e lascia il figlio in quel piccolo cimitero dove qualcuno continua ancora oggi a prendersi cura della sua tomba.
P8240024E’ una storia che trovo molto bella, non solo per le vicende che hanno legato il tenente e quella bambina, ma anche per come è stata riportata alla luce, partendo dalla curiosità provata di fronte ad una tomba ornata di fiori in un cimitero abbandonato. Certe volte basta un indizio qualunque, a cui normalmente non presteremmo attenzione, per riportare in vita un’intera dimensione di memorie, nella sua completezza e con tutto il suo contesto di tribolazioni e di guerra, e anche di sentimenti e di scelte. E’ un po’ come lo spirito della Staffetta.”

(la locandina dell’evento su FB)
(nella foto in basso, i resti delle antiche “neviere“)

Informazioni su Tullio Bugari

https://tulliobugari.wordpress.com/
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