Edmondo Marcucci

13 luglio 1900, all’alba del Novecento, nasceva EDMONDO MARCUCCI, una persona assai importante del pacifismo internazionale, che nel 1961 partecipò insieme ad Aldo Capitini alla prima marcia della pace Perugia Assisi.

Marcucci visse a Jesi, dove si trasferì dopo la laurea nel 1923 per fare l’insegnante e fu qui che sviluppò i suoi studi sul pacifismo e la storia delle religioni e avviò relazioni epistolari di respiro mondiale; tra i suoi studi e saggi critici ci sono le opere di Leone Tolstoj – negli anni Trenta entra in relazione epistolare con Olga Biriukòf, figlia di Paolo Biriukòf, biografo di Tolstoj, e incontra a Roma Tatiana Sukhòtin Tolstoj, la figlia, che gli fa conoscere il vegetarianismo – e le opere di Giulio Verne, a cui anche dedica un libro, pubblicato nel 1930.

La sua avversione al fascismo fu totale e fu tra i pochi che rifiutarono senza tentennamenti di iscriversi al partito; nessun calcolo o compromesso con il partito il cui duce Mussolini nel 1932 aveva scritto che il fascismo “respinge il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta – una viltà – di frotne al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigilllo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla.” Ne abbiamo visto i risultati, in Spagna, in Etiopia e poi nella seconda guerra mondiale.

Marcucci non interruppe mai i suoi studi e la sua attività. Mi capitò anni fa di leggere in una tesi di laurea sull’antifascismo a Jesi (me la trovai sotto gli occhi per caso mentre svolgevo un’altra ricerca, e purtroppo non ricordo nemmeno l’autore della tesi) di riunioni clandestine di piccoli gruppi di insegnanti e altre persone anche di orientamento diverso tra loro (alcune più vicine alle idee socialiste o agli azionisti, tra questi c’era anche il nome di Alberto Borioni), in una saletta di quella che ancora oggi è la Trattoria della Fortuna. Mi colpì questo dettaglio immaginando la differenza di atmosfera tra quelle riunioni, mascherate probabilmente da incontro casuale di amici che bevono qualcosa insieme, con la diversa atmosfera, appena poco più di due decenni dopo, di noi sedicenni dei “favolosi anni Sessanta”, in quella stessa identica saletta a cui si accede scendendo una piccola rampa di scale, che aveva al centro un jukeboxe nuovo fiammante. Ma eravamo contemporanei, però ignari, perché negli stessi anni o poco prima (Marcucci muore il 16 agosto del 1963 in un incidente stradale mentre tornava a casa dopo un convegno sulla non violenza a Perugia) aveva preso il via a Perugia la marcia della pace (1961).

Marcucci aveva iniziato la sua collaborazione con Aldo Capitini nel 1941 e nel 1949, insieme a Umberto Calosso e Aldo Capitini, fu teste alla difesa al processo contro il primo obiettore di coscienza in Italia: Pietro Pinna.

Negli ultimi anni del fascismo e negli anni della guerra aveva iniziato a scrivere “Irene, calendario della pace”, una raccolta di pensieri, riflessioni e citazioni di personaggi importanti per il pacifismo; un pensiero al giorno, uniti tutti insieme in un unico discorso, come tessere una tela, un ordito, con un solo filo che collega tutto e crea un tessuto unico; e certamente dietro le maglie di questo tessuto, tra le sue carte, lettere, appunti e la sua biblioteca, ora presso la Planettiana, c’è ancora molto altro da riscoprire, per noi che non siamo sempre così attenti.

Il calendario impegnò Marcucci per molti anni e alcuni anni fa, nel 2004, il Comune di Jesi ne ha fatto curare la pubblicazione, in mille esemplari, accompagnati da commenti introduttivi e da una preziosa ricerca grafica di Ezio Bartocci di opere dedicate agli stessi temi del pacifismo negli anni, a sottolineare ancora oggi l’attualità e la vitalità delle sue riflessioni, simili a un percorso.

Cito uno di quei pensieri: “Presso i popoli civili la migliore spada è il buon diritto; presso i barbari il miglior diritto è una buona spada.” la grafica che nel Calendario lo accompagna (giorno 15 aprile del calendario) è un manifesto dell’organizzazionepacifista e antimilitarista Amsterdam 1983).

Informazioni su Tullio Bugari

https://tulliobugari.wordpress.com/
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