Il fondamentalista

Ha vinto il rospo di Esopo, il fondamentalista che agita il rosario come il cappio di una corda. Mi da prurito al collo ma io comunque preferisco da sempre dare un’occhiata ai dati elettorali secondo il numero assoluto di voti. Mi sembrano più chiari per capire cosa si muove nella formazione del consenso in questo paese pienamente immerso in una metamorfosi antropologica dall’esito imprevedibile. Che cosa è accaduto nell’ultimo anno in numero di voti? Il 26 maggio sono andati a votare circa 6 milioni di persone in meno. E altrettante in meno sono quelle che hanno votato per i 5 stelle, la farfalla ridiventata bruco.

Il partito cresciuto con l’antipolitica e ora riabbandonato dall’antipolitica, la quale stavolta non è andata a votare? Naturalmente c’è anche altro, un anno fa erano elezioni politiche e ora europee eccetera eccetera, ma la coincidenza del dato assoluto è suggestiva.

Il rospo di Esopo ha guadagnato circa 3 milioni e mezzo di voti, che sembrano chissà quanti di più grazie al calcolo percentuale su una base di votanti molto più ristretta. Dove li ha presi? Ha davvero cannibalizzato i 5 stelle? Direi di no, contrariamente all’opinione più diffusa in questo momento. A guardare, hanno perso circa 2,3 milioni di voti Forza Italia e addirittura poco meno di mezzo milione “i fratelli d’italia”, che hanno perso consenso e non guadagnato se mettiamo da parte l’illusione ottica di crescita del valore percentuale. Oddio, non è che nel centro destra tutto si compensi, anzi, nel loro insieme guadagnano circa 1 milione di voti, allargano quindi la loro area di consenso dichiarato.  Naturalmente questa è un’analisi un po’ grezza, non riguarda i flussi reali, che pure ci saranno stati in più direzioni, ma solo lo stock finale di voti con tanti piccoli mutamenti all’interno: ad esempio, l’anno scorso c’era in coalizione pure un pezzo di Udc. Ricordate l’Udc?

Ed eccoci alla sinistra. Iniziamo dai più piccolini. Lo scorso anno presero circa 1,6 milioni, in tre liste, Leu, Potere al Popolo ed Europa insieme, che nel frattempo si sono un po’ riaggregate, un po’ sbandate e un po’ ricomposte; qualcuno dopo l’avvento di “Zinga”, come oramai lo stanno chiamando, è addirittura rientrato nel Pd, altri sono passati dall’una all’altra delle “coalizioni”, in tutto si sono presentate due liste, la Sinistra e Europa verde che in totale hanno preso circa 1 milione di voti, più o meno il 4% della soglia del quorum, ma erano soparpagliati e quindi non conta.  Rispetto allo scorso anno hanno perso poco più di mezzo milione di voti: lo ha recuperato tutto il PD? Sembrerebbe proprio di no. Andiamo a vedere. Anche la ripresa di “Zinga” nell’area dei consensi sembrerebbe soltanto un illusiona ottica, da calcolo percentuale, infatti i voti targati PD tanti erano un anno fa e tanti, più o meno, sono oggi. Quindi, nessuna ripresa del consenso reale in numero di voti ma soltanto una tenuta, più o meno, e che forse non è neanche poco se uno magari teme il peggio. Pur con i suoi limiti potrebbe essere già questo risultato non entusiasmante, comunque un motivo di soddisfazione, moderata.

Tutta qui la mia (chiamiamola pure) analisi numerica, così come ci consente il sistema di rappresentanza politica vigente. Si potrebbero fare altre analisi, sui “movimenti” e il “dissenso” che comunque esistono e non trovano in modo diretto una rappresentanza adeguata, ma oggi è il giorno dei risultati elettorali e quindi mi fermo per il momento a questi. Ciò che può interessare a questo livello è ciò che i numeri della “rappresentanza” possono dirci o nascondere dietro. Al momento, dietro questi numeri, vedo un centro destra che continua anche se di poco ad allargarsi, ma che soprattutto si è ricompattato dietro una decisa svolta fondentalista foriera di chissà che cosa e che ammutolisce alcuni ed eccita altri, un centro sinistra bloccato al suo palo mentre ci pensa e ripensa, una “nuova sinistra” bloccata e basta e una “antipolitica” – una parola in realtà  sempre più simile a un imprevedibile vaso di Pandora – che in quest’ultimo “censimento” elettorale europeo comprende poco meno di trenta milioni di persone. Che non sono noccioline.

 

 

 

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